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Il libro si compone di due parti: nella prima parte definisce che cosa sia la psicoanalisi laica attraverso l'asse della storia della psicoanalisi che va da Freud a Lacan e ritorno; nella seconda parte la psicoanalisi laica viene letta attraverso la politica psicoanalitica che riguarda sia l'atto psicoanalitico, sia il rischio etico della psicoanalisi attuale connesso allo stesso atto. Il rischio etico ha a che fare con la progressiva sostituzione dell'etica normativa con l'etica prescrittiva dell'inconscio. Da tutto ciò risulta che l'impegno politico dell'analista deve essere direzionato verso la costruzione di un luogo consono alla psicoanalisi laica: il laboratorio ad orientamento lacaniano. Cosa ne sarebbe oggi della psicoanalisi freudiana, riportata in luce da Jacques Lacan, se il suo tratto distintivo di ortodossia, la laicità, non ne fosse preservato entro quel rigore a cui il testo vuole richiamare il lettore? Il tema della laicità in psicoanalisi, a partire dalla Laienanalyse, è l'elemento di cesura, al di là del quale trionfa la fallacia della io-psychology. (...)